L’induzione ipnotica è il processo per mezzo del quale l’ipnotista induce l’ipnosi nel soggetto ipnotizzato.
Questo processo deve essere guidato e facilitato in modo tale da mettere il soggetto in condizioni da focalizzarsi sulla voce dell’ipnotista, in caso di un’induzione ipnotica classica, cioè parlata. Questo a sua volta permette al soggetto di essere sempre più assorbito nell’esperienza suggerita o elicitata ed entrare così nello stato di ipnosi. Abbiamo detto che l’esperienza può essere sia suggerita che elicitata, la differenza è che nel caso di ipnosi ericksoniana l’esperienza ipnotica viene solitamente elicitata, più che suggerita, in questo modo il soggetto ha la possibilità di accedere a memorie proprie, stati e processi propri che possono condurre all’ipnosi, o meglio allo stato ipnotico, in maniera sicuramente più efficace di quanto possa fare un ipnotista, per quanto esperto, che suggerisca direttamente esperienze che possono essere ma possono anche non essere compatibili con il vissuto del soggetto stesso.
Soprattutto nell’ipnosi classica, invece l’induzione ipnotica è di tipo suggestivo, e spesso è di tipo standardizzata. Cioè viene adottato un approccio uguale per tutti, in cui una volta preparata una tipologia di induzione ipnotica, l’ipnosi viene indotta in maniera standard. Zeig scrive che questo semplicemente non può funzionare per tutti, in quanto lui vede l’ipnosi un po’ come l’innamoramento: non è possibile indurlo (nella maggior parte dei casi) ma può essere suscitato. In effetti più di qualche autore ha paragonato l’ipnosi come un rapporto molto intimo e tra ipnotista e ipnotizzatore esiste il ‘rapport’ ipnotico. Anche Geary parla dell’ipnosi come delle fasi di assorbimento, in cui l’attenzione del soggetto viene completamente (o per lo meno il più possibile) convogliata su un determinato argomento, oggetto, segnale, poi questo assorbimento viene ratificato dall’ipnotista che sottolinea come la trance, o comunque l’inizio di questa, stia avendo luogo. Il soggetto può rendersi conto, per esempio, che qualcosa sta cambiando in lui e, anche se non si tratta ancora proprio di uno stato di ipnosi, qualcosa cambia senza il controllo cosciente e volontario del soggetto. Già questo di per sé può essere sufficiente a indurre uno stato di meraviglia, di suggestione, per il quale la spiegazione data dall’ipnotista trova nello stesso tempo la sua plausibilità e la sua suggestione. Il soggetto, infatti, viene così guidato verso lo stato di coscienza desiderato, quello proprio dell’ipnosi, un po’ per volta, secondo il principio ericksoniano della progressione.
Il concetto della progressione è piuttosto importante quando si parla di induzione ipnotica, per più di un verso. Da una parte nel concetto di progressione possiamo includere la tecnica della disseminazione ericksoniana, per la quale l’ipnotista durante la fase che abbiamo chiamato di induzione ipnotica, dissemina alcune parole che rappresentano per il soggetto ipnotico in qualche modo il risultato che si vuole ottenere. Il significato di questo verrà chiarito più avanti.